Bekka Gunther, fotografa professionista americana, racconta, in un progetto fotografico in mostra al Cinemino dal 1 al 31 luglio, il suo arrivo a Milano da New York e l'accoglienza che lo storico quartiere milanese le ha riservato.

Bekka anticipa qui su yesmilano.it alcuni dei motivi di interesse del suo lavoro.

"Mi sono trasferita a Milano con mia moglie Denise da Brooklyn, New York. Trasferirsi dall'altra parte del mondo in una nuova città è un po' come camminare su una corda tesa su un mare infinito. L'acqua è calma sotto i tuoi piedi, persino accogliente, ma ciò che si trova oltre la superficie è sconosciuto. Si bilancia lo shock culturale con l'apprendimento di una nuova lingua, cercando di inserirsi, di trovare opportunità di lavoro e di navigare tra le scartoffie che il trasferimento in un nuovo Paese richiede. 


Gli italiani hanno un senso unico di ciò che significa essere vicini di casa. La forza del legame tra una persona e il luogo in cui vive è evidente nei luoghi che sceglie di frequentare. L'integrazione in un quartiere è imperativa per vivere bene, e coloro che rimangono sulla superficie del loro quartiere perdono ciò che significa veramente vivere come gli italiani... In altre parole, vivere bene.


I quartieri americani sono stati sostituiti da centri commerciali. La convenienza al posto della comunità. Per me il fascino dell'Italia deriva dal fatto che gli italiani danno più valore alle relazioni interpersonali rispetto a quasi tutto il resto, e questo sembra essere il semplice ingrediente chiave per una vita piena e soddisfacente. Il background e la cultura messicana di mia madre mi hanno trasmesso questo stesso valore, ma ho sempre trovato difficile conciliare questo modo di vivere con lo stile di vita frenetico e indipendente che pervade l'America delle grandi città.


Io e Denise abbiamo scelto di vivere a Porta Romana perché in superficie il quartiere si presenta come un mare caldo, blu e invitante, con tanto da esplorare sotto. Ora, dopo tre anni, posso affermare che l'acqua è davvero bella come sembra. So dove andare a prendere una bistecca fresca o una deliziosa pizzetta per un pranzo rapido. Conosco per nome le persone che incontro. Sento che i miei vicini mi hanno accolta, e quindi la città, e anche il Paese. 


Questo progetto è la mia lettera d'amore alla mia seconda casa, non il luogo in cui sono nata, ma quello che ho scelto. È una celebrazione dei volti che mi hanno accolto, anche se pronuncio male una parola in italiano, anche se non so che cosa c'è nel menu, anche se dimentico di usare la forma Lei.


È un richiamo al valore di sentirsi comunità e un promemoria di ciò che rende un quartiere una casa".

Benvenuta in Porta Romana

Inaugurazione Giovedì 1 luglio

Dalle ore 19:00

Cinemino, Via Seneca 6

Ingresso gratuito

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