Secret garden

La Vigna di Leonardo

Leonardo passeggia tra i filari della sua vigna di Milano, gli piace curarla personalmente, gode dei frutti della sua terra, il profumo dell’uva, il gusto del suo vino: è la sua oasi di pace e di tranquillità, la tavolozza dei colori delle stagioni lo ripaga dell’altra sua fatica, quel Cenacolo che sta terminando di dipingere a pochi passi da lì, nel refettorio dei frati domenicani.

 

Per le opere compiute, il duca Ludovico il Moro ha pensato bene di ricompensare Leonardo con un vigneto, un terreno di 16 pertiche (più di 8000 mq) nel rilassato quartiere di Porta Vercellina, lo stesso dove trovavano luogo le abitazioni dei cortigiani più fedeli e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che doveva diventare il mausoleo nobiliare di famiglia. Per Leonardo è forse un richiamo nostalgico alla terra di Toscana, dove la sua famiglia coltivava vigneti e produceva vini, ma è soprattutto la sua unica proprietà, un legame affettivo con la natura che lo rende pienamente cittadino milanese.

 

Quando Leonardo se ne va da Milano invasa dai francesi affida la Vigna a persone di fiducia e, una volta tornato in città, nel 1506, chiede alle autorità di riavere il suo bene confiscato. Alla sua morte, affida la Vigna al suo allievo più amato, Gian Giacomo Caprotti detto il Salai, che qui verrà ad abitare.

 

Più di quattro secoli di vendemmie scandiscono il tempo. Dal 1920 l’architetto Piero Portaluppi ristruttura Casa degli Atellani, un elegante palazzo rinascimentale, e la rinnova includendo una parte della Vigna di Leonardo: sarà un’altra guerra a decidere il destino del terreno e, sotto i bombardamenti del secondo conflitto mondiale, i filari bruceranno.

 

La storia non finisce e lo spirito di Leonardo, nell’amore per la scienza e la natura, ritorna negli stessi luoghi: non solo i ricercatori ricostruiscono l’originaria disposizione dei filari e dei camminamenti, ma il sottosuolo conserva ancora tracce del vitigno coltivato dall’artista, una Malvasia di Candia Aromatica, un vino dolce e gradevole conosciuto dall’antichità. Così, nel 2015, in occasione dell’Expo Internazionale di Milano, Leonardo ottiene una seconda “restituzione” della sua Vigna, che riapre ai visitatori insieme alla Casa degli Atellani.

 

La Vigna di Leonardo racconta di una Milano capace di viaggiare a un’altra velocità, quella che anticamente creava occasioni di musica e di festa in cortili e ville private, quella che oggi custodisce giardini nascosti e orti botanici. Racconta di una Milano di appassionati dell’arte e del bello, quella delle case-museo e delle collezioni artistiche: nella Casa degli Atellani, l’architetto Piero Portaluppi, appassionato collezionista d’arte, ha fatto convivere tracce originali del Rinascimento insieme ed eleganti opere a lui contemporanee che imitano e omaggiano elegantemente il passato. Basta un pomeriggio per camminare lungo una storia milanese di secoli, magari proprio dopo una visita a Santa Maria delle Grazie e al Cenacolo, immaginando i suoni di feste antiche, i passi di Leonardo nel suo amato rifugio.