Viaggio nel deposito di viale Molise

Dove la storia di Milano e quella del filobus si legano a doppio filo - a cura di ATM

Il deposito di viale Molise è un luogo che si lega a doppio filo – è proprio il caso di dirlo – con la storia del filobus a Milano. Si tratta di una storia che inizia quasi contestualmente a quella di Atm – l’azienda nasce nel 1931 mentre il primo servizio con filobus risale al 1933 e che ci racconta di un mezzo dai mille volti: ricco di un inesauribile fascino vintage nelle vetture Viberti che ancora fanno sfoggio in alcuni eventi aziendali, passando per l’instancabile efficienza delle linee circolari 90/91, fino ad arrivare ai nuovissimi filobus Trollino che dietro un nome quasi da fumetto racchiudono il massimo dell’innovazione e della tecnologia e si inseriscono a pieno titolo nel progetto Full Electric 2030 di Atm.

 

Torniamo allora insieme a quel 1933 quando la linea 81 partiva dal capolinea di piazzale Loreto e per oltre 4 km percorreva la città fino ad arrivare al quartiere Dergano. È proprio su questo percorso che fecero l’esordio a Milano i primi tre filobus, precisamente un modello Fiat 488/CGE a due assi n°1, uno Stigler Ransomes a tre assi n° 301 e un Turrinelli a tre assi n° 302. Pochi anni dopo, nel 1936, la stessa linea 81 si trasforma nella Circolare Esterna per poi diventare la linea 90/91 e si evolvono anche i modelli di filobus. Ed è proprio in quegli anni che nasce l’esigenza di progettare e realizzare il nuovo deposito in viale Molise, ultimato nel 1939.

 

Siamo pronti ora per varcare l’ampio portone e scoprire il fascino di questo deposito che ancora oggi rappresenta uno dei luoghi più rappresentativi del servizio di traporto pubblico a Milano. L’edificio si presenta con un corpo principale, ad angolo tra via Lombroso e viale Molise e uno sviluppo di facciata di ben 80 metri. L’ampio portone sulla facciata è l’accesso principale dove transitano i veicoli, affiancato da altri tre portoni con diverse funzioni: quelli di via Lombroso e di via Abetone per l’evacuazione dei veicoli in caso di incendio, quello di viale Molise per l’ingresso dei veicoli a fine servizio e dei mezzi ausiliari. Il “salone” superiore copre una superficie di oltre 11mila metri quadrati e ospitava fino a 200 veicoli disposti a spina di pesce, la cui “movimentazione” sui due livelli è assicurata da una rampa interna. Qui ancora oggi si “rimessano” i filobus ed è presente un’officina composta da personale altamente qualificato dove si realizzano lavorazioni di carrozzeria, grandi riparazioni meccaniche e collaudi per tutti i mezzi dell’Azienda. 

 

Ed è qui che si trova anche il mitico “Viberti” sconosciuto ai più ma amatissimo da chi ha avuto il piacere di incontrarlo, per esempio nel 2018 in occasione delle iniziative per gli 85 anni del filobus quando proprio nel deposito di viale Molise si “tira a lucido” un modello 18 metri, Fiat 2472/CGE carrozzeria Viberti del 1958 in servizio sulla linea filoviaria della circolare esterna 90/91. Un modello esclusivo, che soltanto Atm e la città di Milano hanno avuto l’onore di veder circolare, e che rappresenta l’esemplare di filobus snodato più vecchio e che oggi, grazie al lavoro del reparto carrozzeria e un profondo lavoro di “restyling”, è ancora in grado di circolare. Sabato 17 novembre e domenica 18 novembre 2018 per due giorni questo filobus storico, che presenta ancora gli interni originali ma che ha subito nel 2008 sostanziali interventi, circola ungo la cerchia filoviaria nell’ambito delle iniziative realizzate da BookCity ospitando personalità del mondo della letteratura e dello spettacolo per raccontare i mille volti della città in movimento sui mezzi pubblici.

 

Ma il filobus, lo abbiamo detto, è un mezzo dai mille volti. In grado di reinventarsi sempre, svestendo i panni vintage del Viberti e indossando quelli super tecnologici del nuovo Trollino. E non bisogna lasciarsi ingannare dal nome un po’ giocoso, perché il mezzo in questione è davvero il top di gamma per tecnologia e rispetto dell’ambiente che ci riporta ai giorni nostri. È il 12 giugno del 2019 quando il primo 18 metri di una fornitura di 30 fi­lobus a zero emissioni, arriva a Milano dallo sta­bilimento polacco di Bolechowo, vicino alla storica città di Poznań. Il viaggio, a bordo di un autoarticolato, è durato ben cinque gior­ni. Ad accoglierlo, proprio come una celebrità, lo aspetta un nutrito e trepidante gruppo formato da tecnici, istruttori, collaudatori e fornitori… e la sua nuova casa: il deposito di Molise.

E in questo nostro viaggio è ora giunto il momento di salire tutti a bordo del nuovo arrivato e scoprire, ad esempio, che sono state previste otto prese usb per la ricarica di dispositivi mobili, luci a led - interne, esterne e sotto i profili di ac­cesso alle porte - e un sistema di condizio­namento che si mantiene costante anche durante le interruzioni dell’alimentazione elettrica. Se i filobus si staccano dalla loro alimentazione, infatti, per un breve tratto generalmente proseguono la marcia con l’alimentazione a gasolio, i “vecchi” filobus, ma non i Trollino che hanno un’anima full electric come l’imponente piano di rinnovo della flotta Atm. Ed ecco che la tecnolo­gia IMC - In-Motion-Charging - consente una marcia autonoma elettrica minima di 15 km di percorrenza. A questo si aggiunge la possibilità di recuperare l’energia in fre­nata, con un risparmio energetico pari al 15-20% rispetto ai vecchi modelli. Anche la trazione è innovativa, con due motori da 170 kW ciascuno, che consentono di scaricare la potenza su due assi - il secondo e il terzo - in modo da garantire una qualità di mar­cia migliore, insieme a un minor consumo degli organi meccanici. Senza dimenticare la sicurezza, è previsto un sistema di video­sorveglianza in collegamento diretto con la Sala Operativa, oltre a cabine di guida anti aggressione, studiate appositamente per i conducenti.

Siamo arrivati al capolinea dunque, giusto per ricordare che se Atm vanta l’invidiabile percentuale del 70 per cento di chilometri percorsi con energia elettrica non è solo grazie ai più famosi “cugini” tram o treni della metro ma anche grazie a loro: i filobus. Ed è sempre con loro che la storia continuerà fino a quel 2030 full electric che vedrà Milano sempre più green.  Dal verde Viberti al verdissimo Trollino.