Una playlist per ogni quartiere

La colonna sonora per visitare la città

La colonna sonora perfetta per scoprire i quartieri di Milano, tra locali, vicoli, vie e parchi.

YesMilano X Radio Raheem

Una chiacchiera e due ascolti per riscoprire i quartieri

Radio Raheem racconta con YesMilano i quartieri della città!

 

Una serie di incontri che hanno come ospiti i curatori delle playlist (veri e propri ambasciatori del proprio quartiere) per esplorare le scelte e le storie dietro le eclettiche selezioni musicali.

Un modo inedito e sicuramente inaspettato per narrare le varie anime di Milano.

 

Ospiti del primo incontro (22 Giugno 2021): Luca Martinazzoli (YesMilano), Nava (Porta Venezia) e Francesco Piccolomini dell'Atelier musicale di Casa degli Artisti (Brera).

Host: Federico Sardo

 

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Baggio

Curated by YesMilano

Un accompagnamento musicale per una gita a Baggio. Si parte dalla musica della vecchia Milano di Nanni Svampa ed Enzo Jannacci, per passare al pop contemporaneo di zona: dalla trap di Lokita e Ghali all'indie rock dei Les Enfants.

Quel che viene dopo è una colonna sonora che accompagna l'uscita dal borgo (tracce jazz rap, strumentali e non, per i weekend soleggiati) e l'ingresso nel Parco delle Cave, luogo in cui rilassarsi e godere di una pausa dalla città, "In a Beautiful Place Out in the Country".

Bovisa

Curated by Artetetra

Così il duo Artetetra racconta la playlist dedicata a Bovisa:

 

La playlist che abbiamo realizzato mette insieme alcuni degli artisti che, provenienti da diverse parti del mondo, sono stati legati a Bovisa ad un certo punto nel tempo tra 2015 e 2021 tramite residenze, concerti e performance nell’area.

 

Il risultato di queste trenta tracce è un po’ omaggio e un po’ riflessione riguardante la relazione che Bovisa ha costruito col resto dello spazio urbano grazie alla musica. Omaggio perché ripercorre il lavoro di Standards e nostro nel cercare di costruire degli spazi e dei tempi che permettano ad un certo tipo di musica di avvenire. 

Riflessione perché, almeno per noi, da un lato proprio la dimensione artistica fa sì che un quartiere periferico come Bovisa possa diventare “il centro del mondo”, o quantomeno il centro di un certo mondo, ricordandoci che i centri sono dove li costruiamo. 

Dall’altro, ci siamo accorti che i suoni e le canzoni che compongono la playlist richiamano una parte dello spazio urbano spesso ignorata e che Bovisa rappresenta. Mettendo insieme spunti riguardanti specifiche tradizioni locali e sonorità dell’avanguardia transnazionale tra musica elettroacustica, tape music e live programming, la playlist risuona con l’architettura post-industriale e luoghi minori, troppo spesso lasciati indietro.

 

In questo, il pensiero va al luogo che preferiamo di Bovisa: il parco la goccia. A metà tra il Levanidovo e la Zona, a metà tra mostro architettonico e riserva naturale, sembra il referente geografico più adatto per questa selezione. Ma per quanto lo sarà ancora?

 

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Brera

Curated by Atelier musicale di Casa degli Artisti

Brera è uno dei quartieri di Milano che ha ospitato diversi momenti e movimenti fondamentali della musica italiana. E’ il quartiere degli artisti, dei locali e dei club.

 

Dagli anni 50’ in poi è stata il ritrovo degli urlatori, detti così dal film “urlatori alla sbarra” film di Fulci, che mostra come la musica diventa il fulcro intorno a cui si immedesima e si rappresenta la nuova generazione dei giovani degli anni sessanta. Ed è facile immaginarsi Celentano, Mina, Chet Baker, Ornella Vanoni, Gaber, ritrovarsi al bar Jamaica dopo un concerto e rimanere li fino a tarda notte mentre un giovane Jannacci cantava nel trambusto generale.

Brera negli 60 oltre agli urlatori è stata anche una delle mete più importanti del Jazz italiano. Ha ospitato numerosi club racchiusi in pochi metri dove artisti straordinari suonavano live tutte le sere.

Ed ecco Il Jamaica stesso, Il Ponte di Brera, il Club 2, lo studio 7 e poi il Biblos di via Madonnina. 

Al Jamaica trovavi gli intellettuali di sinistra litigare sul sesso degli angeli accompagnati da un giovane Chet Baker alla tromba come narrato nella “vita Agra” da Bianciardi. 

A cantare l’atmosfera di Brera hanno contribuito anche i grandi cantautori milanesi come Nanni Svampa, Walter Valdi, che con la loro irriverenza e racconti popolari catturavano quell’atmosfera tipica di una Brera ridaiola, caotica, poco sobria ma romantica e poetica.

E a Brera è arrivato di tutto, è arrivato Bill Evans, Charlie Mingus, Ella Fitzgerald, Ray Charles, Billie Holiday, tutti artisti che si esibivano nei vicini teatri, dal Lirico al Piccolo. La maggior parte di loro poi, dopo il concerto, si riversava nei club e partivano jam sessions indiavolate. 

Franco Finocchiaro, docente di storia del Jazz ricorda che negli anni 70 al Club 2 Si suonava dalle 22.00 alle 2.00 di notte con due pause di un quarto d’ora…e quando arrivavano musicisti stranieri si andava anche oltre.

In tutte le serate il locale era frequentato da tantissima gente. In agosto, mese in cui Milano si svuotava, non potevi camminare per strada e il locale era sempre pieno di turisti, di inossidabili habituè, di musicisti, di milanesi restati in città.

Ma anche allo studio 7 Ogni martedì sera lì si organizzavano jam sessions con musicisti di primo livello molto affermati come Enrico Intra, Sante Palumbo, Renato Sellani, Gianni Bedori, Franco Cerri, Dado Moroni, Claudio Fasoli, Marco Ratti, tra i più importanti esponenti del Jazz italiano e di fama internazionale. 

Molti di loro membri della storica etichetta DIRE, di Corso Venezia, che in Brera trovava la sua naturale valvola di sfogo.

Poi gli anni 90 e il nuovo secolo hanno visto Brera sempre protagonista della scena Jazz milanese con l’arrivo anche del Trottoir che ha ospitato poeti, scrittori, cantautori e jazzisti per oltre un ventennio.

Ancora oggi è facile riconoscere nei ritmi jazz dei cantautori milanesi come Capossela, Sanfilippo, Folco Orselli e Chinasky la stessa atmosfera che ha permeato Brera negli ultimi 70 anni.

 

Una musica quella di Brera che ha sempre regalato in maniera un po’ sofisticata e intellettuale ritmo, divertimento, irriverenza, ma anche malinconia di una serata che finisce e in generale il racconto delle infinite serate un po’ bohemienne tipiche di questo quartiere.

Questa playlist vuole trasportare l’ascoltatore in questa atmosfera molto “Jazzy” fatta di jam sessions, chiacchere la bar, irriverenza, allegria e qualche volta malinconia. Un percorso che va da fine anni 50’ e arriva ai giorni nostri con la musica di chi da Brera ci è passato, ci ha suonato, vissuto e speso innumerevoli serate e chiacchere al bar.

 

Hanno contribuito alla ricerca e alla stesura della playlist: Eugenio Finardi, Folco Orselli, Dino Betti Van Der Noot, Luca Scarlini, Ezio Guaitamacchi, Michelangelo Mazzari, Lorenzo Lombardi.

 

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@casadegliartisti_milano

Chiaravalle

Curated by Manuchaya

Così Manuchaya ci racconta la playlist:

 

I primi brani sono quelli dell’arrivo a Chiaravalle dal Corvetto, dove si parlano lingue di tutto il mondo e si sente forte l’arabo, ma l'arabo di dove? 

Weld Ed 15 è un rapper tunisino, i suoi pezzi sono stati banditi da radio e tv ed è stato imprigionato per avere sfidato la censura.  Il rap è il genere musicale che in Tunisia come in molti altri paesi, esprime la rabbia e la confusione dei giovani, le violenze della polizia, la povertà urbana, la corruzione politica. Qui da noi è un canale per esprimere stati d'animo turbolenti, situazioni al limite e storie di rivincita e di riscatto. (tracce 1, 2, 3, 4,5, 6). 

 

Lasciando il quartiere si va verso un inaspettato cambio di paesaggio, lungo via Dionigi ci sono capannoni con un mondo dentro da una parte e alberi dall'altra, a volte pecore al pascolo, uccelli che volano bassi e che chiaramente non sono piccioni. Si apre il respiro, "Omm sha la la" ricorda Scialla e con quell’omm - si entra in mood bucolico e si annusano gli altri mondi che presto si apriranno approdando nella chiara valle. Tra fili d'erba e fontanili si entra in una foresta urbana, attraversata da un fiume e da laghetti. (tracce 7,8,9). L'abbazia, i canti dei monaci, Ildegarda di Bingen: musica per l'anima, alterazioni celestiali, viaggi sonori fuori dagli spartiti. (tracce 10,11,12).

 

Verso il borgo degli artisti, tra progetti radicati e futuri, musiche dalla Palestina, dalla Turchia e dall'Egitto, culle della civiltà del Mediterraneo e del pane. (tracce 13,14,15).

 

Al circolo Arci Pessina, accidenti tirati in milanese e serate danzanti, dove “come rose dai muri” si va in pista per fare un ballo o si può imboccare la strada della ferrovia dismessa, verso la luna o il mare della Liguria. Musica non binaria, tra canzoni indimenticabili e nuove scoperte (tracce 17 – 25).  Gli ultimi brani sono carezze per tutti quelli che sono finiti dentro l’eroina e per tutti quelli che desiderano trasformare discariche in microsistemi ecologici verso una comunità sempre più creativa e visionaria (tracce 25-30).

Isola

Curated by Marco Monaci, fondatore di Volume - Dischi e Libri

La playlist è un racconto dell'Isola attraverso artisti e musicisti che sono passati da quelle parti, nei vari spazi che hanno fatto del quartiere un avamposto della controcultura e della musica sperimentale milanese.

Pensiamo al Garigliano che era lo spazio attorno a cui ruotavano i Casino Royale, alla Stecca degli Artigiani, spazio autogestito dove si faceva musica di ogni tipo (tra gli altri, gli Zu).

Dal Pergola, dove si andava per l'hip hop, la drum n' bass e il reggae e il dub, a Sound Metak di Xabier Iriondo dove passavano grandi nomi della scena sperimentale e impro/noise italiana e internazionale.

Dal Nordest Café dove c'era il jazz e poi successivamente allo Spazio O' e al Piano Terra sempre per la musica sperimentale e adesso, un po' nel suo piccolo, anche Volume

A questi memorabili riferimenti si aggiungono suoni e canzoni capaci di rappresentare al meglio il mood del quartiere, dalle esplorazioni cosmiche e spirituali di Sun Ra, alll'elettronica botanica di Mort Garson, al folk sognante di Sufjan Stevens.

Porta Venezia

Curated by Nava

Così Nava ci ha raccontato la playlist:

 

Porta Venezia ha mille anthem. Con questa playlist ho cercato di descrivere tutti i vibe nascosti della mia zona, dove ho passato e sto passando gli anni più importanti. Porta Venezia appartiene a tanti in mille modi diversi: c'è un mix totale che passa tra serate londonesi di Smashing Wednesday all'Ex Atomic Bar al soundtrack perfetto per i film d’autore al cinema Arcobaleno.

Ho messo delle canzoni che raccontano tutti i flavour di chi ci abita davvero: tra una sangria, un narghile e un salto a Yamato shop è davvero un attimo.

 

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