L’Ordine degli Architetti della provincia di Milano e la sua Fondazione hanno promosso due workshop di progettazione rivolti a architetti under 35, per individuare progetti capaci di conciliare le disposizioni in materia di sciurezza dettate dall'emergenza Covid e i nuovi modi di vivere gli spazi della città, i negozi e servizi. 

 

I workshop sono stati coordinati da due studi di architettura individuati come tutor: lo studio Parasite 2.0, con gli architetti Stefano Colombo e Eugenio Cosentino, e lo studio A4A con gli architetti Giovanni Rivolta e Nicoletta Savioni. 

I risultati dei workshop, che puoi trovare qui sotto, sono stati presentati in un incontro pubblico, organizzato nel rispetto delle prescrizioni vigenti in materia di Covid-19, rientrante nel palinsesto della “Milano Design City” svoltasi dal 28 settembre al 10 ottobre.

Qui sotto puoi conoscere e approfondire i progetti.

1. STUDIO A4A

Architetti Giovanni Rivolta e Nicoletta Savioni

Il workshop è stato organizzato individuando dei contesti urbani con caratteristiche che potessero rappresentare una casistica rilevante: strade, marciapiedi, parcheggi, piazze ecc.

La finalità del lavoro è stata quella di progettare delle soluzioni concrete attraverso il disegno di elementi capaci di organizzare il layout di questi spazi nel rispetto delle norme di distanziamento sociale anti Covid, ma anche di fare un passo ulteriore nel definire delle strategie di occupazione degli spazi urbani che, sollecitate da una situazione di eccezionalità, possano attraversare la temporaneità diventando strumenti di transizione verso un uso della città e dello spazio aperto diverso.

PROGETTO: BASELL

BaseLL è un sistema di oggetti che favorisce l’uso collettivo dello spazio urbano.

Si basa sulla composizione e scomposizione di elementi mobili per generare configurazioni spaziali variabili a seconda delle necessità della strada e del quartiere, ma anche a seconda dei momenti della giornata. È pensato per occupare un modulo delle dimensioni e delle caratteristiche di un parcheggio auto (2,50x5,00m) ma è estendibile anche a spazi differenti.

Le configurazioni si integrano con un disegno a terra che richiama le forme degli oggetti, segnalando uno spazio dall’uso eccezionale riconoscibile anche in assenza di questi ultimi. Gli oggetti si dividono in due tipologie che differiscono per forma, uso, mobilità e tipo di proprietà.

 

Partecipanti: Filippo Fanciotti, Francesco Paolo Maria Giuliani, Miriam Pistocchi, Ginevra Venturini

PROGETTO: SPINGI!

Gentile occupazione del suolo

Lo spazio pubblico dato in concessione ai privati deve essere usato per creare coesione sociale. Viene predisposta un’occupazione gentile dello spazio che implica una privatizzazione temporanea, un uso pubblico, una commistione di entrambi.

Si parte da un disegno a terra, una sorta di tappeto urbano che suggerisce senza imporre le configurazioni d’uso del modulo corrispondente al parklet. Il modulo o una sua aggregazione, così definito come spazio speciale viene dotato di dispositivi che ne consentono un uso pubblico ma anche privato.

Questi dispositivi sono custoditi in un magazzino di quartiere e sono a disposizione di tutti, degli esercenti come della collettività e garantiscono un uso corretto dello spazio né pubblico né privato: COMUNE.

 

Partecipanti: Alberto A. W. D’Asaro, Aurora Destro, Davide Spina
 

2. STUDIO PARASITE 2.0.

Architetti Stefano Colombo e Eugenio Cosentino

Il workshop si è focalizzato sui micro-interventi urbanistici e sulla definizione di una visione più o meno futuribile della città, e di quale funzione avranno questi micro-luoghi al suo interno.
Obiettivo del lavoro è stato di sviluppare delle soluzioni scalabili e adattabili ai vari contesti, in modo tale da non avere delle proposte “chiuse”, bensì dei progetti aperti a modifiche e personalizzazioni.
Il lavoro si è sviluppato attraverso un dialogo continuo con i partecipanti, così da riuscire a definire dei principi base e delle proposte progettuali che possano aiutare a rispondere alle urgenze della città di Milano.

PROGETTO: COMMUNAL

Nella Milano della ‘fase due’ alcune parti dello spazio pubblico, in seguito alla cessione a titolo gratuito delle attività commerciali, hanno accolto e incarnato una diversa modalità di vivere la città.
In alcune aree della città, le attività che solitamente erano chiuse dietro una vetrina si sono aperte delle strade. Questa diventa un’occasione per muovere un diverso ragionamento rispetto all’occupazione e alla gestione dello spazio pubblico. Alcune aree solitamente caratterizzate da una quasi inesistente cura per gli ambienti aperti diventano luoghi essenziali per la sopravvivenza delle attività commerciali. La sola azione di sgravo dai costi di occupazione ha trasformato parcheggi, piazze e sottopassaggi in luoghi abitati e curati.
 

Si è scelto di non indagare un luogo specifico, ma di generare un progetto adattabile alle diverse esperienze già presenti sul territorio.

Il progetto Communal propone ai partecipanti di progettare 4 moduli mobili finalizzati ad attrezzare tutti quegli spazi che potrebbero così accogliere nuove attività culturali, spazi circoscritti di lavoro o piccole occasioni di ritrovo. I moduli fungono da strumenti infrastrutturali di servizio alle possibili attività che possono svolgersi negli spazi pubblici, in particolare derivanti dall’osservazione della riappropriazione dello spazio pubblico durante la fase di pandemia. Un approccio allo spazio pubblico che prevede la messa in gioco di dispositivi “aperti” ad uso dei cittadini e non progetti finiti e statici, e che sicuramente andrebbe incentivato e integrato con nuovi strumenti.

 

Partecipanti al workshop: Marvin Cukaj, Giuseppe Marchica, Lorenzo Gabriele Ruggiero, Matteo Scuratti, Roberta Sinesio, Letizia Vanelli, Paolo Domenico Maria Vitale, Benito Zanzico