Con i suoi capelli lunghi fuori moda per l’epoca, la folta barba, l’espressione fiera e pensierosa, Leonardo è un’icona che attraversa la storia. Addirittura, secondo qualcuno è lui ad essere ritratto nei panni del filosofo Platone nella “Scuola di Atene” di Raffaello, di cui la Pinacoteca Ambrosiana ospita il disegno preparatorio. E così, meditabondo, appare secoli dopo nella statua di fronte al Teatro alla Scala, mentre si accarezza la barba, con le braccia conserte e la mente affollata, l’espressione con cui l’avremmo visto camminare tra le strade di Milano, tra la corte sforzesca, i Navigli, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e la sua vigna.
Concepita decenni prima in progetti mai portati a termine, iniziata quando a Milano dominavano gli Austriaci, terminata quando la città liberata aveva da poco aperto una piazza davanti al Teatro alla Scala e Palazzo Marino, il luogo dell’istituzione, si rifaceva la facciata: la statua, inaugurata nel 1872, dimostra la fama costante di Leonardo da Vinci, capace di resistere ad ogni tempo.
Ci sono voluti tredici anni per la realizzazione e, nel frattempo, il monumento si è affollato. Quattro statue di allievi del Maestro hanno preso posto ai suoi piedi e si sono aggiunti quattro bassorilievi in marmo, quattro fotogrammi artistici per quattro grandi interpretazioni di Leonardo a Milano: pittore che dipinge il Cenacolo, scultore per la grande statua equestre a Francesco Sforza, architetto per la fortificazione del castello e ingegnere per la navigazione dei canali.
A poca distanza da piazza della Scala, in quell’angolo silenzioso che già Leonardo aveva individuato come il centro di Milano, davanti alla Biblioteca Ambrosiana, l’archistar Daniel Libeskind ha pensato a un omaggio diverso, basato su alcuni disegni del Codice Atlantico e intitolato Leonardo Icon. Nell’icona contemporanea sono scomparsi la barba e i capelli lunghi, mentre è rimasta l’astrazione del pensiero: le linee oblique metalliche della statua si ispirano agli studi di Leonardo sulla curvità della terra e le teorie sulle ombre, e sul basamento è riprodotta la mappa con cui Leonardo ha misurato con precisione la città dell’epoca.
Per lunghi anni Leonardo ha immaginato e disegnato Milano, la sua città. Oggi come ieri Milano ricorda e disegna Leonardo.