Per illuminare e far brillare l'inverno e le feste di Natale, abbiamo preparato una selezione delle mostre da vedere a Milano.
Da Picasso, Munch e Dubuffet all’arte contemporanea di Saodat Ismailova all’Hangar Bicocca, al fantastico mondo di Tim Burton alla Fabbrica del Vapore, fino alle mostre in Triennale, qui puoi trovare tutte le informazioni su cosa non perdere quest’inverno, in attesa delle mostre di Natale.
Era già una delle mostre da non perdere in autunno, ma anche nel periodo invernale rimane una delle esposizioni da visitare.
Picasso lo straniero, dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025 a Palazzo Reale, indaga una parte non ancora studiata della vita e produzione dell’artista: il sentirsi, appunto, straniero e non accettato nella sua terra d’adozione, la Francia.
Picasso, nato nel 1881 a Malaga in Spagna, si stabilisce a Parigi nel 1904, diventando uno degli artisti più importanti del secolo. Non ottiene mai la cittadinanza francese, e da straniero vive infinite difficoltà, controllato dalla polizia perché schedato come anarchico e costretto a presentarsi ogni due anni alle autorità per fornire le impronte digitali.
Più di 80 opere in mostra, oltre a documenti, lettere, fotografie e video, ci fanno riflettere sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro. Essere “lo straniero” ha formato l’identità di Picasso, e ci costringe a riflettere sul mondo di oggi.
Palazzo Reale
Da € 13 a € 17
Come arrivare: metropolitana linea rossa M1 e linea gialla M3 fermata Duomo
Per molti è uno dei padri della pittura moderna, per tutti è l’autore di una delle opere più famose del mondo, riprodotta addirittura con i mattoncini Lego: L’urlo. Lui è Munch, pittore norvegese del secolo scorso, che è riuscito a rappresentare con i colori l’inquietudine umana.
In occasione degli 80 anni dalla morte, Palazzo Reale dedica all’artista la mostra Munch. Il grido interiore, da settembre 2024 a gennaio 2025. Oltre 100 capolavori dal museo Munch di Oslo ci portano in un viaggio attraverso i suoi colori che trasmettono sensazioni e sentimenti, frutto anche della conoscenza degli studi psicologici che proprio in quegli anni prendevano piede.
Il mal de vivre, per i francesi, o spleen, per gli inglesi, diventano quasi concreti nelle sue figure senza sguardo, nei paesaggi fragili e simbolici, nelle onde sonore dell’urlo che diventano pennellate di colore attorno ad un viso deformato.
Il percorso della mostra ci porta alla scoperta delle vicende personali dell’artista e delle varie fasi della sua carriera, per conoscere più a fondo uno dei padri dell’Espressionismo.
Palazzo Reale
Da € 13 a € 17
Come arrivare: metropolitana linea rossa M1 e linea gialla M3 fermata Duomo
Che arte può essere un’arte che si chiama “art brut", cioè "arte brutta"? Il suo “inventore”, Jean Dubuffet, ha dato questo nome a quella che poi diventerà una corrente artistica, nata dopo la II Guerra Mondiale, che ha influenzato gli artisti venuti nei decenni successivi.
L’arte di Dubuffet non è “brutta” solo nel senso che vuole rompere i canoni dell’arte tradizionale, ma perché vuole essere grezza, non filtrata. L’artista ha incontrato centinaia di malati ricoverati nei manicomi, per conoscere l’espressione artistica che veniva fuori dalle loro esperienze di vita difficile, dolorosa, ma che esprimeva un mondo immaginario: un’arte che rompe i legami con la realtà.
Anche l’arte dei bambini è diventata la base per l’arte di Dubuffet. Le opere dell’art brut rappresentano un linguaggio caotico, ipnotico, con colori violenti e raffigurazioni sorprendenti, caratterizzato da uno stile semplice e primitivo.
La mostra al MUDEC - Museo delle Culture dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 presenta tutta la potenza di questa espressione artistica, con opere e documenti che collocano in una prospettiva storica l’invenzione del concetto di Art Brut, per poi passare alle opere che hanno accompagnato Dubuffet nella sua ricerca. Le numerose collezioni in mostra raccontano questo viaggio dell’art brut, che ha ispirato artisti come Keith Haring e Jean Michel Basquiat.
Un insieme di dipinti provenienti dai cinque continenti è legato alle tematiche del corpo e delle credenze, entrambe ricorrenti nell’Art Brut. Per i loro soggetti e le loro origini, queste opere e questi autori entrano particolarmente in risonanza con le collezioni del Museo, che sono testimonianza delle diverse culture del mondo.
MUDEC – Museo delle Culture
Da € 8 a € 16
Come arrivare: metropolitana linea M2 Verde fermata S. Agostino; tram 14 fermata Piazza del Rosario; bus 68, 90/91
“Mi piace l’arte arrabbiata. Un’arte che voglia sempre mettere in discussione il mondo”. La mostra al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea dal 27 novembre 2024 al 9 febbraio 2025 ripercorre l’intera produzione di Marcello Maloberti, artista contemporaneo che porta da tempo le sue opere nelle più prestigiose gallerie del mondo.
L’esposizione è una dedica a Milano, una dichiarazione d’amore che Maloberti rivolge alla città e ai suoi abitanti, un luogo carico di storia che lo ha accompagnato nella costruzione della sua carriera.
Le opere raccontano tutta la sua produzione, sottolineano il tema della sacralità e dell’elemento spirituale, in continuo rimando al quotidiano e all'elevazione della parola scritta sotto forma di poesia. Gli allestimenti sono stati pensati appositamente per dialogare con gli spazi interni ed esterni del PAC, creando un percorso alla scoperta della forza della parola e dell’incontro.
Perché come dice lo stesso Maloberti, “Credo molto nell’incontro con l’altro. L’ARTISTA È LO SPAZIO DELL’INCONTRO”. Prepariamoci quindi a questo incontro con l’artista, ma anche con noi stessi.
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Da € 4 a € 8
Come arrivare: metropolitana linea M1 Rossa fermata Palestro e linea M3 Gialla fermata Turati; Bus 61, 94; tram 1
Come sarebbe entrare nella mente di Tim Burton, regista di alcuni dei film più famosi per le loro storie strambe, le ambientazioni sorprendenti e l’immaginario affascinante? Semplice: ce lo fa vedere lui stesso con la mostra Tim Burton's Labyrinth, alla Fabbrica del Vapore dal 13 dicembre 2024 al 9 marzo 2025.
La struttura dell’esposizione non poteva essere altro che un labirinto: scegli quale porta aprire e vivi l’avventura che ti aspetta. Non saprai mai cosa troverai: saranno i personaggi di Nightmare Before Christmas, le foreste magiche di La Sposa Cadavere, gli strani macchinari di Charlie e la Fabbrica del Cioccolato, gli incredibili mondi di Alice nel Paese delle Meraviglie o le scenografie di Beetlejuice?
Osserva da vicino opere d'arte originali e immergiti in luci, suoni e scenografie dei suoi film.
Sta a te scegliere quali porte aprire. Sei pronto?
Fabbrica del Vapore
Da € 16 a € 18. Biglietto premium € 28
Come arrivare: metropolitana linea M5 Lilla fermata Monumentale o Cenisio; tram 10, 12, 14
Saodat Ismailova (nata nel 1981 a Tashkent, Uzbekistan) è una regista che appartiene alla prima generazione di artisti dell'Asia centrale dopo l'era sovietica. Vive tra Parigi e Tashkent, e nei suoi film e installazioni esplora la memoria collettiva, i rituali e le tradizioni spirituali della sua terra d'origine, affrontando temi come l'eredità culturale, il ruolo delle donne e l'impatto umano sull'ambiente.
Il suo lavoro si distingue per l'uso di tempi dilatati e immagini che richiamano il cinema lento, spesso combinando filmati d'archivio installati all’interno di elementi scultorei tessili. Le sue opere creano narrazioni ipnotiche che si collocano tra cinema, suono e arte visiva.
Ispirata dalle radici spirituali e intellettuali della sua famiglia, intreccia miti e racconti personali per affrontare temi sociali come l'emancipazione femminile e l'identità.
La mostra SAODAT ISMAILOVA. A Seed Under Our Tongue al Pirelli HangarBicocca fino al 12 gennaio 2025 è la prima grande esposizione delle sue opere in Italia, che presenta più di dieci anni di carriera in un nuovo ambiente creato appositamente. L'artista offre ai visitatori un'esperienza onirica, esplorando le storie complesse e stratificate dell'Asia Centrale, al confine tra culture occidentali e orientali.
Il titolo Un seme sotto la nostra lingua è un riferimento alle nuove opere esposte: tra queste il film in progress Arslanbob (2023-24) e le sculture collegate, il seme d'oro di Amanat (2024) e il calco in resina di una grotta in The Mountain Our Bodies Emptied (2024). Prendendo spunto da una leggenda locale – che parla di un seme di dattero nascosto sotto la lingua e tramandato attraverso epoche e persone diverse fino a trasformarsi – la mostra riunisce dodici opere, sei film e sette sculture, che esplorano il concetto di trasmissione e l'idea, nelle parole dell'artista, "che siamo responsabili delle sette generazioni che ci hanno preceduto e delle sette che verranno dopo di noi".
Pirelli HangarBicocca
Ingresso gratuito
Come arrivare: metropolitana linea M5 Lilla fermata Ponale poi pullman 51 (Direzione Cimiano M2) fermata Via Chiese – HangarBicocca
A lei è dedicata una delle piazze ormai più famose di Milano nel cuore del quartiere di Porta Nuova, tra i grattacieli e il vecchio quartiere di Isola: Gaetana Emilia Aulenti, conosciuta da tutti come Gae Aulenti, è una delle figure più importanti del mondo del design e dell’architettura del secolo scorso e non solo.
Come diceva lei stessa, non era specialista di nessuna disciplina, ma spaziava da una all’altra, raggiungendo risultati sempre eccellenti: design, architettura, teatro, design d’interni, grafica sono solo alcuni dei suoi campi d’azione.
A lei dobbiamo Piazzale Cadorna a Milano, con le colonne rosse davanti alla stazione e la grande scultura Ago, filo e nodo commissionata per l’occasione, il Musée d’Orsay a Parigi, per cui trasformò la vecchia stazione ferroviaria in uno dei musei più famosi del mondo, o ancora il nuovo allestimento di Palazzo Grassi a Venezia.
E poi gli oggetti di design, come la Lampada Pipistrello o il Tavolo con ruote, gli allestimenti teatrali per Luca Ronconi, gli showroom per marchi famosi come Olivetti.
La mostra in Triennale Milano aperta fino al 12 gennaio 2025 racconta tutta la sua carriera, rappresentata in ambienti in scala 1:1, grazie ai materiali originali conservati nell’archivio milanese dell’architetto, tra disegni, fotografie e maquette.
Scopri il suo modo personale di vedere, immaginare e progettare la realtà che ha segnato il secondo Novecento e il nuovo secolo.
Triennale Milano
Da € 7,50 a € 15. Per visitare tutte le mostre in Triennale Milano è disponibile un biglietto giornaliero (€ 25)
Come arrivare: metropolitana linea M1 rossa e M2 verde fermata Cadorna-Triennale; tram 1, 10; bus 85
Elio Fiorucci è colui che ha trasformato le vetrine in palcoscenici, i negozi in concept store dove, oltre ad acquistare abiti, si ascolta musica, si scoprono riviste internazionali e oggetti provenienti da tutto il mondo, si ammira l’arte contemporanea. Ha rivoluzionato la moda italiana portandola sulla scena innovativa internazionale, anticipando tendenze che poi sarebbero diventate mainstream come i jeans attillati, introducendo il mix di lycra e denim.
Andy Warhol volle per lanciare il magazine Interview il negozio di Fiorucci nella 57esima strada a New York, consacrandolo definitivamente come the place to be, quasi uno Studio 54 fuori dalle mura dell’iconico locale delle star, che attirava intellettuali, performer e artisti.
La mostra dedicata ad Elio Fiorucci a Triennale Milano dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025 intreccia moda e architettura, design e musica, arte e intrattenimento, per scoprire (o riscoprire) “il Duchamp della moda italiana", come lo definì il critico Gillo Dorfles.
Triennale Milano
Come arrivare: metropolitana linea M1 rossa e M2 verde fermata Cadorna-Triennale; tram 1, 10; bus 85