All’Isola si “sbarca” in tram

(e si viaggia nel tempo) - a cura di ATM

È un’isola ma ci si arriva a bordo di un tram dei primi del ‘900, oppure di un nuovissimo vagone della metro automatica lilla, con vista sulle gallerie sotterranee che attraversano la città.

 

Quella che sorge a Milano, infatti, è un’Isola davvero poco “isolata”. Il quartiere, anzi, rappresenta un vero fulcro della vita cittadina, tanto da avere anche una sua fermata metro dedicata “Isola M5” ed essere al centro di un vero e proprio reticolo di trasporti che, adeguati alla sua vocazione vitale, la collegano a doppio filo, o meglio a doppio binario con la città.

 

L’offerta di collegamenti, infatti, si è via via arricchita negli anni seguendo il grande sviluppo dell’area: oltre che con la fermata “lilla” dedicata, si può raggiungere il quartiere scendendo alle stazioni metropolitane di Garibaldi M2/M5, Gioia M2, Sondrio M3 e Zara M3/M5, ma anche con i tram 2, 4, 7, 10 e 33, i filobus 90/91 e 92, i bus 43, 60, 70, 81 e 82.

 

Partendo, quindi, dai tram più storici e affascinanti, quelli del 1928, passando per la metropolitana senza conducente, fino ad arrivare alle nuove colonnine di ricarica “green” della Milano del 2030, all’Isola si può compiere un vero e proprio viaggio nel tempo, nella storia del trasporto pubblico e della sua evoluzione tecnologica.

 

Allora proviamo a iniziare insieme questo viaggio, e saliamo a bordo di una bellissima “Carelli” in servizio sulla linea 33, dai cui finestrini di altri tempi si possono ammirare i grattacieli di piazza Gae Aulenti che hanno ridisegnato lo skyline milanese.
Vettura rivoluzionaria per l’epoca, fu un successo immediato: Atm fece costruire, tra il 1928 e il 1930, 500 tram di questo innovativo modello - originariamente a due porte e con salottino fumatori in coda alla vettura - per rinnovare il parco tranviario milanese, ancora legato a piccole vetture a due assi. A parte i primissimi esemplari di colore giallo crema, tutte le vetture vennero consegnate in verde, colore rimasto in uso fino agli anni sessanta, quando fu sostituito con la livrea arancione, per poi tornare all’originario crema.
Oggi, questi tram escono ancora dai depositi milanesi per circolare in città, ma rappresentano anche Milano nel mondo: nove sono state acquistate dall’amministrazione comunale di San Francisco e sono regolarmente in servizio, mentre due sono esposte nel Museo dei trasporti di Sidney.

 

Senza arrivare così lontano, scendiamo in piazzale Lagosta, dove troviamo i tram più lunghi di Atm – i Sirio da 35 metri – ribattezzati “Sirioni”, in grado di trasportare fino a 250 persone e in servizio sul tram 7 e sulla metrotranvia 31 che, inaugurata nel 2009, collega Milano con Cinisello Balsamo. Entrambe queste linee percorrono l’asse di viale Fulvio Testi/Zara, una delle dei più trafficate di Milano, contribuendo a ridurre il flusso delle auto private provenienti dall’hinterland e assicurando ai cittadini un viaggio confortevole su mezzi moderni e spostamenti in sede riservata. Due linee che, oltre a servire la mobilità locale, collegano anche i passeggeri con le linee metropolitane M3 ed M5.

 

E arriviamo al 2013, quando viene inaugurata la linea “Lilla” e sono oltre 30mila i curiosi che la mattina di domenica 10 febbraio invadono proprio la fermata di Zara per salire sul primo treno. Nel 2014 la Linea 5 avanza con l’apertura delle stazioni di Isola e Garibaldi FS e si completa nel 2015 con il prolungamento fino a San Siro Stadio. Con una lunghezza complessiva di quasi 13 km passa per ben 19 stazioni attraversando la città da nord ad ovest in un percorso che collega Bignami allo Stadio di San Siro e ha ben tre fermate collegate al quartiere: Garibaldi, Zara e ovviamente Isola. E come il quartiere che attraversa è giovane e innovativa: completamente automatizzata, i suoi treni sono senza conducente e consentono, comodamente seduti sui suoi sedili color lilla, di ammirare il punto più nascosto di Milano: le sue viscere e se sue gallerie sotterranee. Talmente innovativa che con la sua inaugurazione porta a Milano un pezzo di Copenaghen: treni e stazioni e gestione – quella Atm – sono proprio gli stessi.

 

Per concludere questo viaggio nel tempo, e nel quartiere, arrivando ai giorni nostri ci basta salire su un bus della 82 che ci porterà dritti nella Milano del futuro, quella “Full Electric”. La 82 qui fa capolinea insieme alla linea 60, costeggiando la sede Atm di viale Stelvio, al confine con Isola, che vogliamo citare per il suo interesse architettonico; fu costruita infatti sul finire degli anni Trenta, (1937-1939) assieme ad un altro deposito storico del patrimonio ATM ovvero quello di viale Molise.

 

E' proprio sul fianco di questa storica sede che troviamo, freschi di installazione, i primi “opportunity charger hi-tech” di viale Zara, colonnine ad alto contenuto tecnologico che, attraverso un comando Wi-Fi, attivano il pantografo che carica in pochi minuti i bus elettrici. Quelli della linea 82 sono proprio i primi e-bus a testare la nuova tecnologia in questa parte della città, e saranno seguiti a breve anche da quelli in servizio sulla linea 60.

 

Un esempio tangibile di come stia entrando nel vivo il piano Full Electric di Atm, che ci porterà fino al 2030, quando è previsto il completo rinnovo della flotta con 1.200 bus elettrici con positive ricadute sull’ambiente e sulla qualità della vista dei milanesi, consentendo una riduzione del consumo di gasolio pari a 30 milioni di litri e delle emissioni di CO2 pari a 75.000 tonnellate all’anno.

 

Per il quartiere famoso per il Bosco Verticale e per la Biblioteca degli Alberi non ci poteva essere un capolinea migliore: è il momento di scendere signori, ma è solo un arrivederci al prossimo viaggio insieme.