Monica ha 21 anni e studia Comunicazione e Didattica dell’Arte all’accademia di Brera. Abita in Città Studi e ha iniziato a frequentare il quartiere Brera con l’inizio dell’università, dopo il liceo artistico.
La sua passione è la storia dell’arte, in particolare dell’arte contemporanea e anche nel tempo libero frequenta gallerie e esposizioni quasi tutti i giorni.
Essere spesso in Brera le permette di entrare in contatto con i giovani artisti (spesso suoi colleghi di accademia) che iniziano a lavorare – una delle cose che preferisce è sbirciare nelle aule dove accade sempre qualcosa di interessante.
“Da grande” vorrebbe lavorare nell’editoria e come curatrice, ma comunque sempre a stretto contatto con gli artisti.
Può sembrare una cosa banale, ma il fatto che ci sono tanti giovani. Per questo è un luogo di incontro molto spontano: in altre zone vai a fare qualcosa di specifico e “organizzato”, mentre in Brera vai e trovi sicuramente qualcuno con interessi affini, con cui dopo fare qualcosa. E’ un quartiere per gente che si vuole aprire a cose nuove, per farsi coinvolgere.
Brera è interessante anche per la sua posizione strategica: è vicino a Moscova, Montenapoleone e Garibaldi, dove si trovano molte gallerie. In particolare trovo interessante andare a vedere cosa c’è da Building, Massimo de Carlo e Cardi Gallery.
Sicuramente la Pinacoteca, anche se sembra scontata, ma che penso sia da vedere anche più volte. Resto sempre folgorata dal Cristo Morto di Mantegna.
Poi, una sosta in Piazza del Carmine, dove vedere la scultura “Il Grande Toscano”, di Igor Mitoraj.
Per ultima, direi San Carpoforo che è una chiesa sconsacrata e anche aula di Brera, un angolo di città quasi segreto ma sempre molto bello.
Andare per gallerie può trasformarsi in un colpo di fortuna: vai a vedere un’esposizione e incontri l’artista in carne ed ossa. Così ti ritrovi a vivere l’opera d’arte con l’accompagnamento dell’autore. A me e ai miei compagni di corso è successo recentemente, ed è stata un’esperienza molto profonda.