Sarpi - Chinatown

Un quartiere multietnico che saprà stupirti

Tra il Cimitero Monumentale e Corso Sempione sorge la Chinatown milanese, la più grande d'Europa dopo Parigi.

La sua storia inizia un secolo fa quando le prime famiglie cinesi migrarono nella zona intorno a via Paolo Sarpi. A partire dagli anni '80, Chinatown cresce vertiginosamente, estendendosi a via Bramante e via Rosmini. I milanesi cominciano ad apprezzare le cucine extraeuropee e "mangiare dal cinese" è sempre più popolare.

 

COME ARRIVARCI

M5 (lilla) fermata Monumentale; Tram 4, 12, 14.

 

LA VIA DEI LOCALS

A partire dagli anni '00, via Sarpi viene finalmente pedonalizzata e la gastronomia cinese si va via via differenziando, con supermercati specializzati e proposte gourmet, nonché la frequentatissima ravioleria al modo di Shanghai connessa a una macelleria milanese al 100%. Con l'Inter (e anche il Milan per un periodo) diventata proprietà di imprenditori cinesi, Chinatown è sempre di più the place to be dei milanesi, che lo scelgono per una passeggiata, uno shopping diverso e per cercare posti sempre nuovi dove andare a cena, bere un cocktail e cantare il karaoke. Vi consigliamo di percorrerla a partire dall'incrocio con via Canonica andando verso il centro: sarà un crescendo di golosità e stile con la via che termina in piazza Baiamonti, dove si staglia la nuova piramide di vetro che ospita Microsoft e la Fondazione Feltrinelli.

È l’arteria principale di Chinatown, resa pedonale e ciclabile e da quel momento una delle passeggiate più piacevoli di Milano, di giorno come di sera: lo street food asiatico, i ristoranti cinesi (con cucina cantonese, del Sichuan, di Shanghai o di Pechino) e i negozi d’importazione per il cibo e l'abbigliamento incontrano pasticcerie, pizzerie e negozi tipici italiani, in una successione sorprendente di gusti e tendenze. Davvero suggestive le lanterne rosse che annunciano l'annuale parata in quartiere per il capodanno cinese (febbraio). Se prima era soprattutto cheap, ora Sarpi è anche chic!

 

PERCHE’ ANDARCI

Per il Cimitero Monumentale: uno dei luoghi più sorprendenti di Milano, da qualche anno raggiungibile comodamente con la metro lilla (quella senza conducente), che offre pace eterna ai milanesi più ricchi o famosi e offre un luogo di quiete estetizzante anche ai vivi. L'imponente edificio neoclassico all'ingresso nasconde ampi viali di ghiaia bianca dove sorgono sontuosi sepolcri e templi funebri: la borghesia milanese di fine '800 si è sbizzarrita nel realizzare mausolei eclettici e persino bizzarri per celebrare la propria grandezza. Nella Cripta del Famedio sono ospitati i resti di coloro che hanno fatto grande Milano, come Alessandro Manzoni o il designer Bruno Munari, Franca Rame o la poetessa Alda Merini. Un museo a cielo aperto dove perdersi in una mattina assolata quando il Cimitero Monumentale è quasi vuoto.

Per il museo ADI. Il Compasso d’Oro, istituito nel 1954 dall'architetto Gio Ponti, è il premio internazionale che va ai progetti più iconici e innovativi di disegno industriale, consacrando le/i designer che li hanno realizzati. Il museo raccoglie tutti i 350 prodotti premiati, creazioni che hanno rivoluzionato la vita quotidiana nei decenni. Un museo dinamico, in continua evoluzione che racconta la storia del design italiano nei suoi risvolti industriali, economici, culturali e sociali: esposizioni, mostre tematiche di approfondimento, oltre a una galleria, sempre aperta alla città, che collega l’ingresso di via Ceresio con via Bramante.

Per la Fabbrica del Vapore, uno spazio di archeologia industriale (è qui che sono nati i tram iconici che ancora sferragliano per la città) all'inizio di via Procaccini che è stato trasformato dal Comune di Milano in un luogo dedicato alla promozione della creatività e dell'innovazione. La Fabbrica del Vapore è una sede espositiva con un ricco cartellone, un bistrot perfetto per la pausa e tanti eventi e spettacoli con momenti di aggregazione e dibattito anche all'aperto.

 

FORSE NON TUTTI SANNO CHE..

Tra i lavoratori nei primi ristoranti della Chinatown milanese ci il futuro presidente del Vietnam Ho Chi Minh, che come recita la lapide in via Pasubio, abitò in quartiere "durante le sue missioni internazionali negli anni '30 a difesa della libertà dei popoli", ossia contro il colonialismo francese in Indocina.