A Milano il cambiamento si sente ovunque: dal sottosuolo, dove vengono scavate le nuove linee della metropolitana, al cielo, con lo skyline che via via si modifica, anno dopo anno.

 

Un tempo l’edificio più alto era il Duomo di Milano: fino alla prima metà del ‘900 c’era addirittura una “legge” che impediva che i nuovi palazzi fossero più alti della Madonnina, che svetta a 108.5 metri da terra. Da allora, molto è cambiato, e i grattacieli si sono moltiplicati: ecco la storia della città vista dall’alto e gli edifici da non perdere.

I classici del '900

Il termine grattacielo viene utilizzato per la prima volta in Italia nel 1923 proprio a Milano, quando vengono costruiti i Gemelli diversi, due splendidi edifici in stile Liberty che si possono ammirare in Piazza Piemonte. Comincia così la prima rivoluzione architettonica.

 

Nel 1933 l’architetto Gio Ponti, in occasione della V Triennale, realizza la Torre Branca. Una costruzione avveniristica, un’opera d’arte interamente di acciaio all’interno del Parco Sempione. Sali sul suo belvedere con l’ascensore che raggiunge in meno di un minuto i 108 metri di altezza: è uno dei posti più belli da cui vedere Milano dall’alto.

 

Il primo vero e proprio grattacielo di Milano, allora il più alto d’Italia, viene costruito nel 1955: è la Torre Breda, alta 116,25 metri per 31 piani, in Piazza della Repubblica. 

Il primato resiste fino al 1960, quando viene costruito il Grattacielo Pirelli, che raggiunge il traguardo di grattacielo più alto d’Europa con i suoi 127 metri.

Chiamato da sempre Pirellone per la sua imponenza e progettato da Gio Ponti, è un gigante in cemento e acciaio che ha dominato la città fino agli anni duemila. Dal belvedere al 31° piano, aperto in occasioni speciali durante l’anno, si può godere della vista del Monte Rosa, delle Grigne, delle Prealpi, ma anche dei punti caratteristici di Milano: il Duomo, la Torre Velasca, lo Stadio di San Siro e gli altri grattacieli della città.

Una curiosità: sul Pirellone una coppia di falchi pellegrini ha creato il proprio nido, e ogni anno tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo torna in cima al grattacielo per deporre le uova. Si chiamano Giò e Giulia, come l’architetto che ha progettato il palazzo e sua moglie, e li puoi vedere “in diretta” grazie a due webcam che sono puntate sul nido: clicca qui e qui per vederli.

 

Un altro grattacielo davvero particolar viene costruito in questi anni: nel 1958 infatti il famosissimo studio di architetti BBPR progetta la Torre Velasca, che i milanesi hanno soprannominato “la torre con le bretelle”. La sua strana forma a “fungo”, in cui la parte alta è sostenuta da travi che sembrano bretelle, è sempre stata amata e odiata in città per il suo aspetto inusuale.

Dopo i lavori di restauro del 2022, è tornata a splendere nei suoi colori originali che hanno stupito tutti: il cemento armato è tornato rosa, i mosaici dei pannelli realizzati con pietre rosa e mattone riflettono la luce del sole soprattutto al tramonto, proprio come i marmi del vicino Duomo.

CityLife e il nuovo quartiere progettato da archistar

Nella zona dove sorgeva la vecchia Fiera, è nato un nuovo quartiere che ha aggiunto tre grattacieli allo skyline: è il CityLife District

 

Le tre torri, che ospitano uffici di grandi società, hanno ognuna una caratteristica particolare che la identifica. La Torre Isozaki, soprannominata “il dritto”, porta la firma di Arata Isozaki: svetta a 209 metri d’altezza per 50 piani. La Torre Hadid, “lo storto”, progettata da Zaha Hadid, misura 177 metri per 44 piani, con una linea sinuosa che si attenua gradualmente con l'aumentare dell'altezza. La terza, la Torre Libeskind di 175 metri, chiamata “il curvo”, disegnata dall'architetto americano Daniel Libeskind, ha una forma assai originale, inclinata in avanti, con alla sommità una cupola che si ispira a quelle del Rinascimento italiano.

 

Attorno ad esse lo Shopping District più grande d’Italia, con negozi e ristoranti, il quartiere residenziale progettato anch’esso da Zaha Hadid e il parco CityLife, che è un vero e proprio museo d’arte contemporanea a cielo aperto.

 

C’è un altro edificio in costruzione alle spalle dei grattacieli, e che si prevede sarà pronto per il 2025: è CityWave, o “lo sdraiato”. Composto da due palazzi collegati da una struttura che va a creare un passaggio coperto, sarà il primo edificio ad uffici a superare l’impatto zero: sarà infatti alimentato esclusivamente da energia da fonti rinnovabili.

Pannelli fotovoltaici copriranno l’intera struttura sospesa tra gli edifici East e West, diventando il più grande parco fotovoltaico urbano in Italia, un sistema interno riciclerà l’acqua piovana e utilizzerà il calore dell’acqua di falda, e tutte le strutture sono progettate per consumare il 45% in meno di energia. Il futuro è già qui! 

Porta Nuova e Isola

L’area di Porta Nuova è stata la prima ad ospitare diversi grattacieli in città. Al centro del quartiere si trovano Piazza Gae Aulenti e la Biblioteca degli Alberi.

 

Nel 2010 viene costruito Palazzo Lombardia, una torre di 161 metri in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, circondata da edifici più bassi curvilinei, con nel mezzo una piazza ovale coperta e trasparente: è la più grande piazza coperta d'Europa.

 

Nel 2014 lo skyline diventa ancor più spettacolare con Unicredit Tower, che ridisegna Piazza Gae Aulenti. 231 metri, progettata dall’architetto argentino Cesar Pelli, ha costituito il tratto più caratteristico del nuovo skyline milanese, grazie alla sua iconica guglia a spirale.

 

Poco dopo si inaugura quello che è diventato uno dei più famosi grattacieli al mondo e nuovo simbolo di Milano: il Bosco Verticale. Due torri rivestite da una ‘foresta’ di 800 alberi. Le piante, producendo umidità e ossigeno, assorbono CO2, riducendo l’inquinamento urbano.

Esempio visionario dell’architettura contemporanea, ha vinto numerosi premi, tra cui il più importante nel 2015, quando diventa il “grattacielo più bello e innovativo del mondo” per il CTBUH di Chicago. Nel 2019 è entrato a far parte dei cinquanta grattacieli più iconici per innovazione e sostenibilità ambientale. Con il Duomo, è l’edificio più fotografato da milanesi e turisti.

 

Negli ultimi anni altri grattacieli si sono aggiunti a ridisegnare lo skyline di questa zona: primo fra tutti, Gioia22, soprannominato “la scheggia di vetro” per la sua particolare forma progettata da Pelli Clarke Pelli Architects. È un edificio di 121 metri d’altezza per 30 piani, che si allarga verso l’alto e sul lato ha una forma prismatica a vela, ed è stato costruito puntando alla sostenibilità. Attorno al palazzo sono integrate piste ciclabili, aree pedonali e zone verdi.

 

Un altro gioiello di Porta Nuova è il Nido Verticale, o Torre Unipol, disegnato da Mario Cucinella Architects, che svetta a 125 metri di altezza e 23 piani. A lavori quasi ultimati, affascina per la sua struttura in legno, metallo e vetro, che termina in un immenso “oblò” inclinato. Lo spazio interno ospita terrazzamenti ellittici con giardini che si affacciano su un lato, e la sostenibilità è assicurata: lo scheletro dell’edificio è formato da un doppio strato, con una cavità nel mezzo che isola dal freddo e dal calore estivo. Sul tetto una serra-giardino panoramica si appresta a diventare spazio privilegiato per eventi pubblici e culturali.

 

Completano la zona le tre torri residenziali appena oltre Via Melchiorre Gioia, chiamate Torre Solaria, Torre Solea e Torre Aria, e il centro direzionale che si allunga fino al Diamante, altro grattacielo alto 140 metri, affiancato dai due Diamantini, che si affaccia su Piazza della Repubblica.

Porta Romana tra arte e Olimpiadi

Nel quartiere di Porta Romana, svetta sopra i palazzi circostanti Fondazione Prada. Lo spazio nato nel 1993 da un’intuizione di Miuccia Prada con lo scopo di promuovere la cultura e l’arte contemporanea, ha inaugurato nel 2015 il suo museo progettato in una ex distilleria dallo studio di architettura olandese OMA, guidato da Rem Koolhaas. 

 

Tre nuove costruzioni conferiscono carattere innovativo alla cittadella dell’arte. La Torre, una struttura di vetro e cemento bianco, con i suoi nove piani che accolgono la Collezione permanente di arte contemporanea, svetta sulle costruzioni più basse: la Haunted House, palazzina di quattro piani rivestita di foglia d’oro, soggetto preferito delle foto di milanesi e turisti, e il Podium, vasto spazio centrale su due piani.

Quasi d’obbligo una sosta al Bar Luce, ideato dal celebre regista Wes Anderson, uno dei luoghi più instagrammati della città.

 

L’intero quartiere è in trasformazione: proprio di fronte alla torre di Fondazione Prada sorgerà il Villaggio Olimpico per la Olimpiadi Invernali 2026 Milano – Cortina, e l’Università Bocconi si conferma una realtà sempre più proiettata verso il futuro in questa zona. Sorge qui infatti il Nuovo Campus, progettato da due celebrità dell’architettura giapponese: Kazujo Sejima e Ryue Nishizawa, dello studio SANAA. 

Le facciate degli edifici sono trasparenti per favorire il rapporto interno-esterno, e sono tutte giocate su linee curve che vanno a delineare edifici che formano all’interno delle corti a cielo aperto, in modo da ottimizzare e ridurre l’impiego di illuminazione artificiale. La sostenibilità anche qui ha guidato la progettazione, garantendo l’autosufficienza energetica.

 

Un’altra importante operazione di rinnovamento nella zona di Porta Romana è rappresentata dalla costruzione della nuova piazza dedicata ad Adriano Olivetti nell'ambito del progetto Symbiosis, realizzata in zona Scalo Romana, non lontano da Fondazione Prada.

La piazza si estende per 13 mila metri quadrati arricchiti da percorsi illuminati a led, mezzi di trasporto elettrici in condivisione, specchi d'acqua e alberi. I punti cardine del progetto sono tecnologia ed eco-sostenibilità. È dotata di connessioni wi-fi e punti per ricaricare smartphone e tablet, ma anche panchine con connessioni multimediali. 

 

Ci sono altre importanti novità in vista del futuro del quartiere di Porta Romana. Nel 2025 verrà infatti terminata la costruzione della nuova sede milanese di A2A: la Torre Faro, progettata dagli architetti Antonio Citterio e Patricia Viel.

L’imponente grattacielo alto 144 metri sarà caratterizzato da una forma tubolare con un’originale “spaccatura” a circa 60 metri d’altezza, dove si troverà uno sky garden alto circa 3 piani e aperto su un lato, e vanterà un belvedere sulla sommità, accessibile al pubblico per una vista mozzafiato sul nuovo quartiere in trasformazione in città.

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