Un trittico di itinerari a piedi nel centro di Milano, tra Brera, il Castello e 5 Vie sulle tracce di Gae Aulenti, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Franco Albini.
Percorri i luoghi dove hanno abitato o lavorato e dove incontrare i segni e le memorie della cultura architettonica e del disegno industriale del ‘900.
Questo è il primo, che parte dal cuore di Brera e dalla casa di Gae Aulenti, ora sede dell'Archivio Gae Aulenti.
Pensa che già nel 1972 al MOMA di New York ci fu la prima esposizione di rilevanza internazionale sul Design Made in Italy: il video sul Modulo abitativo mostra come Gae Aulenti cercò di rendere emozionali i luoghi dell'abitare, oltre che funzionali, collaborando con Kartell per prototipi di poltrone e altri arredi.
Seguici alla scoperta di autentici tesori, molti dei quali sconosciuti ai più.
Per approfondire guarda su Circuito lombardo Musei di Design
Partiamo dal cuore di Brera.
In via Fiori Oscuri 3 ha abitato Gae Aulenti in un appartamento da lei progettato: oggi ospita l’Archivio Gae Aulenti che raccoglie i disegni e i modelli della grande architetto-designer.
Negli spazi convivono, ancora con il sapore di una vera casa abitata, gli oggetti iconici progettati dalla Aulenti, i libri della sua biblioteca, sui muri un grande tappeto di Roy Lichtenstein e opere di Alighiero Boetti. Lo spazio vetrato del giardino d’inverno, affacciato sui cortili di Brera, è collegato al resto della casa da un “ponte” che attraversa il salotto.
Per la storica mostra The New Domestic Landscape realizzata al MoMa di New York nel 1972, che lanciò in America il design italiano, Gae Aulenti progettò e realizzò in scala 1:1 un “modulo abitativo” il cui modellino, in cartone e velluto, è conservato presso l’Archivio Giovanni Sacchi a Sesto San Giovanni.
- guarda qui il video che documenta quell’installazione
Esci da casa Aulenti, se visiti la vicina Pinacoteca di Brera non perderti un incredibile progetto di Ettore Sottsass: il laboratorio di restauro, una “macchina” trasparente dove è possibile seguire il lavoro dei restauratori dal vivo.
Se adesso ti dirigi verso il Castello lungo via Fiori Chiari, alla tua sinistra troverai in largo Formentini la chiesa sconsacrata di San Carpoforo.
Sede negli anni ’70 del “ Laboratorio di Comunicazione Militante” di cui Paolo Rosa, artista tra i fondatori di Studio Azzurro, fu uno dei protagonisti, ora è utilizzata per la didattica dall’Accademia di Brera.
Proprio accanto, il Laboratorio Formentini è uno spazio per la valorizzazione del lavoro editoriale gestito dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Organizza incontri, mostre, seminari, momenti di formazione, reading con una forte apertura al mondo della scuola.
In fondo a via Fiori Chiari fai una breve deviazione a destra lungo corso Garibaldi e raggiungi i suggestivi chiostri di San Simpliciano, restaurati nel 1939 dagli architetti del gruppo BBPR, che in un’ala aprirono il loro studio.
Di fronte all’ingresso è stata posta una pietra d’inciampo in ricordo di Gianluigi Banfi, uno dei quattro del gruppo, deportato e morto a Mauthausen il 10 aprile del 1945.
In uno dei chiostri, l’oratorio parrocchiale con una fantastica e sconosciuta vista sull’abside romanico della basilica di San Simpliciano.