"Abbiamo deciso di intervistare Francesco perché rappresenta la nuova generazione dei designer che tornerà a far brillare la nostra città."
Intervista a cura di Perimetro, foto Sha Ribeiro
Milano è la mia base, la città in cui sono cresciuto e che vivo maggiormente nel quotidiano.
E’ una città un po’ frenetica ma allo stesso tempo bellissima.
È la città, una delle poche in Italia, dove si può respirare un’aria internazionale nella vita quotidiana.
In questi giorni di pandemia, è ovviamente tutto un po' cambiato, ma la città si sta già riprendendo, con tante iniziative e soluzioni, dai dehors dei locali, spuntati un po’ ovunque, che personalmente apprezzo moltissimo, agli eventi classici dell’estate milanese come il cinema all’aperto “Arianteo” riveduto e corretto con mascherine, disinfettante e distanziamento sociale d’ordinanza.
Queste e altre iniziative mi dimostrano quotidianamente che la città, se tutti noi milanesi siamo disposti ad accettare qualche provvisoria scomodità, è perfettamente in grado di riprendere a vivere e forse addirittura a migliorare, sacrificando magari in parte un po’ della sua frenesia (e qualche posteggio) in cambio di maggiori spazi all’aperto e un modello di vita più ragionato, meno “di corsa” ma senza comunque perdere la dinamicità che ci caratterizza.
Da bravo Milanese ho (e avrò sempre) con lei un rapporto di amore-odio, che cambia continuamente a seconda del mio umore, del clima e del traffico.
Brera è il quartiere dove lavoro e dove vivo la maggior parte delle mie giornate.
Mi piace la miscela del luogo, tra ristoranti, bistrot e negozi, spesso “di ultima generazione” magari accanto a presenze senza tempo, come la merceria di via Statuto o la ferramenta di corso Garibaldi, che riportano il luogo a un modello più umano e meno asettico di quartiere.
Amo passeggiare senza meta a piedi tra i vicoli e le stradine che si diramano tra via Brera e via Ponte Vetero, accanto al caos totale della movida e allo stesso tempo isolate e dimenticate quasi da tutti.
Inizio con la colazione nei weekend al Radetzky cafè… tra croissant, sandwich e cappuccini, leggendo i giornali mentre si ascolta musica classica.
Poi a spasso tra i negozi del quartiere senza una meta precisa, con magari un passaggio a rivedere la chiesa dell’incoronata, una visita alla Pinacoteca o, spingendosi verso il Duomo, alle Gallerie d’Italia in piazza della Scala.