Leggere Milano

La mini-guida alle opere più belle ambientate in città

Nel tempo, molti scrittori hanno raccolto la sfida di raccontare i continui cambiamenti di Milano attraverso l'utilizzo di strumenti interpretativi insoliti e meravigliosi, capaci di metterne in luce dinamiche urbane e i momenti storici.

 

Tra gli autori che hanno saputo valorizzare meglio il capoluogo lombardo ricordiamo Alberto Savinio, che con il memoir Ascolto il tuo cuore, città (1944), sembra percepire e trasmettere al lettore le palpitazioni del corpo urbano. In questo libro il narratore delinea una passeggiata per Milano, che viene definita "la più romantica delle città italiane". Lo scrittore utilizza un punto di vista ironico e apparentemente distaccato, permeato dall'odore denso della nebbia, per svelare la natura "segreta" di Milano, all'apparenza dura come le pietre di cui è costruita, ma al contempo "morbida di giardini interni". 

 

Nel 1962 Luciano Bianciardi ha descritto l'elegante quartiere Brera ne La vita agra, romanzo cult da cui è stato tratto l'omonimo film interpretato da Ugo Tognazzi, famoso attore e regista italiano. Qui la città è descritta nel pieno del miracolo economico: è efficiente ma intrappolata nel moto continuo della crescita diffusa; è ricca ma intaccata dai meccanismi spietati, frutto del capitalismo.

 

La Milano di Dino Buzzati è come i suoi racconti, in equilibrio tra realtà e illusione, e viene espressa al meglio nella sua Nera, raccolta di cronache scritte per il "Corsera" (l'odierno quotidiano "Corriere della Sera").

 

Le Poesie e Satire di Alda Merini, cui è stato recentemente intitolato un Ponte sull'Alzaia Grande, imprimono nella pupilla del lettore immagini e suggestioni del passato. Così, guardando il Naviglio anche oggi, nascono nell'osservatore memorie mai vissute, che tuttavia universalmente gli appartengono.

 

La Piazza (Fontana) è "il punto preciso in cui posare l'orecchio per terra di modo da sentire battere il polso della città" nel Dante di Laura Pariani, edito nel 2010 ma ambientato durante gli anni di piombo. Il protagonista è un clochard ribelle, colto e anticonformista che ha vissuto molte vite e rifiuta qualsiasi banalità. Il racconto si dispiega come una rapsodia in quattro sezioni che richiamano le stagioni. Milano è "una selva oscura" anche per l’investigatore Duca Lamberti, protagonista del noir di ScerbanencoVenere privata (1966), successo di critica e primo romanzo della quadrilogia dedicata al personaggio. Quest'opera rappresenta una riflessione disincantata sull'umanità e su alcuni dei suoi temi sociali, insinuati a piccole dosi nella mente del lettore in un crescendo di sensi di colpa e mistero. Di un’altra Venere e delle fabbriche di periferia parla Testori, con la Gilda del Mac Mahon (1959), raccolta di racconti spesso trasposta a teatro per la sensuale fisicità di cui sono dotati i suoi personaggi. Nelle pagine di questo testo si ritrova il calore umano della città, l'illusione scintillante suggerita dalla fama e dall'amore.

 

Al Parco Lambro passeggia il Prospero di Emilio Tadini, che ne La tempesta (romanzo del 1993 colmo di riferimenti shakespeariani, dal nome del protagonista al titolo del libro) dà voce alla città negli anni ’80, metropoli raffinata e contraddittoria in cui ancora è forte la voce della periferia, adagiata tra sogno e delirio. La Milano de Gli ultimi ragazzi del secolo di Alessandro Bertante (finalista al Premio Campiello 2016) riporta al 1996. L'autore descrive la presa di coscienza dei giovani protagonisti attraverso un racconto di formazione capace di esprimere la crudezza e i turbamenti dell'adolescenza. Se poi vi farete accompagnare da Michele Turazzi nella sua guida letteraria Milano di Carta (2018), finirete inevitabilmente con l’innamorarvi di una città da conoscere fino in fondo.

 

A cura di Martina Sacchi

e @yesmilano

Dello stesso tema

 / 
Tutti +