Il momento migliore per girare il centro di Milano in bicicletta sentendoti il padrone incontrastato è sicuramente la domenica mattina.

Se vuoi coniugare sport e cultura, ti proponiamo un itinerario sulle tracce di Leonardo.

 

Leonardo da Vinci trascorre a Milano quasi venticinque anni della sua vita, inizialmente presso la corte degli Sforza (1482-1499) e, a partire dal 1508 al servizio del re di Francia Luigi XII.

Sono del periodo milanese molte celebri opere tra cui: la Vergine delle Rocce, per il cui sfondo secondo alcuni Leonardo avrebbe tratto ispirazione dai Tre Corni dell’AddaIl ritratto di musico e ovviamente, l’Ultima Cena nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie.

Se vuoi visitare il Cenacolo, non dimenticare di prenotare per tempo la tua visita.

 

Ma saliamo in sella e seguiamo le tracce milanesi di uno dei geni più eclettici della storia che non smette di stupire con le sue futuristiche invenzioni, le sue inimitabili opere pittoriche e i suoi tanti interessantissimi appunti su natura, arte e scienza che hanno fatto di lui un vero precursore nei più diversi campi delle arti e delle scienze.

1° tappa - Piazza della Scala e il Monumento a Leonardo

Cominciamo il nostro percorso dal Monumento a Leonardo, realizzato dallo scultore Pietro Magni nel 1872. 

L’artista appare qui circondato dai 4 allievi: Cesare da Sesto, Marco d’Oggiono, Giovanni Antonio Boltraffio e Andrea Salaino.

I milanesi hanno dato a questo monumento il simpatico soprannome di " un liter in quater" perché la statua fa venire in mente un bottiglione di vino con quattro bicchieri.

2° tappa – Palazzo Reale

Da Piazza della Scala attraverso via Marino e via San Raffaele raggiungiamo Piazza del Duomo e Palazzo Reale dove Leonardo aveva la sua residenza e laboratorio.

Da qui da poteva seguire il cantiere della nuova cattedrale, il Duomo, per cui eseguì alcuni disegni e un modello del tiburio.

Leonardo si trovò infatti coinvolto, come altri architetti e illustri ingegneri suoi contemporanei, nel dibattito relativo alla soluzione del problema architettonico del tiburio della Cattedrale.

Se vuoi fare una visita virtuale del Duomo clicca qui.

3° tappa – La Pinacoteca Ambrosiana

Da Piazza del Duomo attraverso il passaggio Duomo imbocchiamo Via Victor Hugo, poi Via Spadari e Via Cesare da Cantù.

Arriviamo in piazza Pio XI alla Pinacoteca Ambrosiana che custodisce lo straordinario Codice Atlantico, la più grande e importante raccolta di disegni di Leonardo da Vinci al mondo.

Il Codice, racconta la grandezza di Leonardo al di fuori dei campi a cui viene tradizionalmente associato, dalla pittura alle invenzioni. La collezione di scritti e disegni di Leonardo, copre l'intera vita del genio del Rinascimento e testimonia il suo enorme contributo all’ingegneria, all’architettura, all’idraulica, alla meccanica, all’urbanistica, agli studi militari e in generale alla cultura scientifico-tecnologica. I 1119 fogli che compongono il Codice Atlantico sono stati "sfascicolati" e si possono ammirare a rotazione nelle 22 bacheche allestite nella Sala Federiciana.

Nella Pinacoteca si trova anche il “Ritratto di musico”, l’unico dipinto su tavola di Leonardo rimasto a Milano.

4° tappa – Cenacolo Vinciano

Giriamo a destra in Via Cesare Cantù e poi a sinistra in Via Armorari e in piazza Edison. Percorriamo quindi Via della Posta, via Santa Maria Fulcorina e via Santa Maria alla Porta per arrivare in Corso Magenta.

Percorriamo corso Magenta e giriamo a destra in piazza Santa Maria delle Grazie.

Raggiungiamo il Museo del Cenacolo Vinciano, dove si trova il famosissimo dipinto parietale, capolavoro di Leonardo.

Dopo aver compiuto minuziosi studi preparatori, Leonardo lavorò, nell'ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al Santa Maria delle Grazie a Milano, alla realizzazione dell’Ultima Cena per quattro anni di seguito, con una tecnica mista a secco su intonaco.

L’opera si inserisce nell’ambito del rinnovamento del Convento di Santa Maria delle Grazie patrocinato da Ludovico il Moro a cominciare dal 1492.

5° tappa- Museo della Scienza e della Tecnologia

Da Piazza Santa Maria delle Grazie, giriamo a sinistra in via Bernardino Zenale e poi ancora a sinistra in via San Vittore. Al n. 21 si trova il Museo della Scienza e della tecnologia che ha sede nel bel Monastero Olivetano.

Oltre ai lavori prettamente artistici, il genio di Leonardo si applicò anche a importanti studi e opere di ingegneria.

Tra le sezioni del Museo di particolare interesse è quella dedicata a Leonardo scienziato, tecnico e inventore: dall’interpretazione dei suoi disegni sono stati realizzati alcuni modelli delle “macchine” concepite da Leonardo da Vinci nel corso del quindicesimo secolo.

6° tappa - Il Castello Sforzesco - La Sala delle Asse

Continuiamo su via San Vittore e giriamo a destra prima su Via Matteo Bandello e poi su Corso Magenta.

Giriamo poi a sinistra su via Caradosso e alla rotonda di Piazza Virgilio, prendiamo la seconda uscita su via Boccaccio. Attraversato piazzale Cadorna e un breve tratto di Foro Bonaparte (con ciclabile) si arriva al Castello.

All’arrivo di Leonardo a Milano, nel 1482, il Castello era la sede della corte ducale. Leonardo ne osserva e disegna i torrioni. Affresca in collaborazione con altri artisti varie sale del palazzo e progetta il celebre e mai realizzato monumento equestre a Francesco Sforza. Costruisce macchine sceniche che avevano lo scopo di meravigliare gli ospiti.

La Sala delle Asse fa parte degli appartamenti del duca ed è il più importante tra gli ambienti della corte sforzesca utilizzato come salone dei ricevimenti da Ludovico il Moro. Conserva resti della decorazione pittorica attribuibili a Leonardo.  Le pitture, riscoperte e ritoccate durante il restauro del Castello, tratteggiano una sorta di padiglione: formato dall’intreccio di 16 alberi di gelso, pianta cara a Ludovico il Moro, e di una corda d’oro, più volte annodata. Le piante si uniscono a formare il pergolato della volta.

Il momento più importante del restauro della metà degli anni Cinquanta è rappresentato dal ritrovamento del cosiddetto Monocromo, dipinto sulla bocca del camino, già rinvenuto da Beltrami che però lo aveva ritenuto del Seicento. Riconosciuto invece nel 1954 come opera di Leonardo, il disegno a monocromo raffigura una grande radice che spacca la roccia.